lunedì 12 settembre 2011

Amabili resti

A cinque anni da King Kong, Peter Jackson torna con la storia di un omicidio da una prospettiva del tutto insolita. Da un romanzo di Alice Sebold...

Il 6 Dicembre 1973, Susie Salmon viene brutalmente assassinata dal suo vicino di casa George Harvey. Susie, dopo la morte, si trova in una dimensione onirica tra il paradiso e la realtà e pur non riuscendo a interagire direttamente con le persone che conosce, osserva le loro vite e le influenza.


Gli Amabili Resti sono ciò che rimane di Susie Salmon, sono quel collegamento con la quotidianità di cui si nutrono i suoi cari. Un incipit tragico, vicino alla realtà di una cronaca nera che ben conosciamo. La storia di una vita spezzata, di sogni infranti, di dolore e distruzione. Una tragicità che nel corso del film si intreccia a un colorato surrealismo dal notevole impatto visivo; sconfinate distese paradisiache accolgono l'anima della protagonista, trascinandoci in un'atmosfera di angosciosa serenità. Nell'esplorazione di questo pittoresco aldilà non scorgiamo gli spunti di un'iconografia religiosa, piuttosto del surrealismo di Dalì e Magritte.

 







Ma la pecca del film è l'impronta di un  regista 
abituato a lavorare da una decina di anni  con 
colossal e storie epiche, quali Il Signore   De-
gli Anelli e  King  Kong,  uno  stile   probabil-
mente inadatto ad Amabili Resti.  La bellezza
di  Amabili Resti   sta  nelle  immagini  e  nel 
grande impatto visivo.   L'ambiente ultraterre-
no viene abilmente dipinto con metafore e ar-
ricchito da una toccante simbologia che permette a Susie di restare in contatto con le persone che ama, di percepire le loro sensazioni e lasciarsi a sua volta sfiorare da loro. Tutto questo viene però reso solo da efficacissime immagini surreali. Ottimo il lavoro della Weta Digital, ma l'eccessiva cura di questo aspetto lascia quasi totalmente inesplorato il campo delle emozioni. Intorno alla straziante tematica fondamentale ruotano tutta una serie di sentimenti e situazioni che necessiterebbero di una maggiore introspezione psicologica.



L'amore di una famiglia, un innamoramento che si scoprirà troppo tardi essere corrisposto e un fatidico bacio non dato. La storia presupporrebbe un forte coinvolgimento da parte dello spettatore, una commozione che invece manca, a causa di una narrazione frammentaria e di un'interpretazione attoriale anonima e fredda. Accostando Amabili Resti ad un film dalla tematica simile, Mystic River, si evince una diversa focalizzazione sui personaggi. Clint Eastwood ne fa il perno della sua narrazione (Sean Penn vincerà l'Oscar), Peter Jackson sembra tralasciare la componente umana. Attraverso la condizione della giovane, vediamo il film imperniarsi su diversi spunti narrativi. Susie esplora l'esistenza degli altri personaggi, cercando con loro un'intimità e un approfondimento delle loro vite. Improvvisamente però vediamo lo scioglimento della trama arrestarsi in superficie e, soffocato da una meravigliosa ombra di colori, non lasciare spazio a una più profonda interpretazione.




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